Il mercato cosi detto “dell’acqua” è in grande crescita . Sempre più persone cercano di rendersi indipendenti da gas metano, GPL e gasolio, installando termocamini che, bruciando legna, possano scaldare l’impianto dei termosifoni, l’impianto a pavimento, e l’acqua sanitaria o un puffer. Quindi nel caso di un termocamino come scegliere lo scambiatore giusto?
L’offerta delle case produttrici è molta e i prezzi sono i più disparati. Vediamo innanzitutto le quattro tipologie di scambiatori che offre il mercato.
1) Scambiatore installato sul tubo di evacuazione fumi detto anche sistema ACQUABOX

2) Termocamino a cassetta o caldaia

3) Termocamino a percorso fumi deviato attraverso deflettori forati

4) Scambiatore a celle di combustione a circolo d’acqua

CONCLUSIONI
Qual’è il miglior termocamino? Non esiste una risposta unica. Per il mercato italiano posso dire che lo scambiatore della prima categoria è sconsigliato sia per delle questioni di normativa che per la scarsa potenza.
Gli scambiatori 2 e 3 sono ottimi se cerco il prezzo contenuto e, soprattutto, se decido di bruciare legna di qualsiasi tipo come potature di giardino o legna di scarto priva di vernici che non sia considerata rifiuto da smaltire. Posso dire che questo tipo di termocamini sono di “bocca buona”. Costano poco, funzionano bene e richiedono poca manutenzione e pulizia.
I termocamini a legna con scambiatore tipo 4 costano circa il doppio di quelli con scambiatore 2 e 3 ma consentono rendimenti veramente elevati. Se poi si aggiunge una gestione elettronica al termocamino si riescono ad ottenere autonomie di ricarica davvero lunghe. Attenzione però a cosa si brucia. Se si deciderà di bruciare legna ad alto tasso di residuo incombusto si dovranno mantenere spesso pulite le celle tramite l’apposita spazzola raschiatrice. Se, invece, si brucierà legna da ardere idonea e SECCA non esisterà alcun problema di pulizia particolare.
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